Una bellissima storia
TerroirVino è nato 11 anni fa nelle
sale del ristorante La Brinca di Ne (GE) dove il carissimo
amico Sergio Circella decise di darmi fiducia e spazio ospitandone
la primissima edizione. Qualche anno prima, nel 2000, Sandrino
De Filippi - detto vibrun - credette in me e nel progetto
TigullioVino e diede il via alle prime degustazioni nella
sua enoteca di Sestri Levante. A quei
tempi l'evento si chiamava TigullioVino
Meeting, io avevo appena compiuto 30 anni e non ero ancora
sposato. Ricordo quella prima edizione
con trasporto, una trentina di espositori, vini buonissimi,
tanti amici e vagoni di ravioli distribuiti ovunque, dentro
e fuori al ristorante, perfino sui prati delle fasce (le terrazze
con i muretti a secco) circostanti, il tutto fino a tarda
notte con un profluvio di energie semplicemente mostruoso.
Da lì un crescendo, edizione dopo edizione, verso il
capoluogo che per noi del paesello è un po' come quando
a Genova ci vanno i piemontesi cantati da Paolo Conte in "Genova
per noi".
Negli undici anni successivi, tra Excelsior
Palace a Rapallo, Palazzo Ducale e Magazzini del Cotone a
Genova per finire nella sontuosa Villa Lo Zerbino, sono cambiate
molte cose, in me, nel mio lavoro, nel mercato degli eventi
di settore che si sono anche moltiplicati. Per scelta non
abbiamo mai sposato, né tantomeno cavalcato nessun
tipo di "etichetta" o filosofia produttiva specifica.
Semplicemente assaggiavamo e chiamavamo ad esporre le aziende
che ci convincevano di più, frutto del nostro lavoro
di selezione, giusto o sbagliato che fosse ma onesto, scoprendo
spesso anche qualche nuovo talento solo anni dopo salito alle
luci della ribalta. Produttori sempre presenti personalmente,
mai "riempito" con consorzi, tanto per far numero.
Col passare degli anni l'attenzione del pubblico
si è progressivamente spostata su manifestazioni natural-qualchecosa
e anche le maggiori fiere internazionali hanno con il tempo
intuito il business e rapidamente inghiottito tutti i principali
movimenti naturali o di piccoli vignaioli all'interno dei
propri padiglioni. L'aumento smodato di eventi sul vino ha
chiuso il cerchio con l'impossibilità materiale per
i produttori di partecipare a tutti gli eventi - anche se
tra loro ho inaspettatamente scoperto alcune tra le persone
più cosmopolite che io conosca - e quindi di scegliere
e tagliare.
Abbiamo sempre cercato di offrire ai nostri
espositori e visitatori una cura del dettaglio maniacale (dal
catalogo all'aria condizionata, dal calice di un certo livello
al cavatappi fornito, dalle scale mobili alle navette, dalle
cene in luoghi sontuosi agli allestimenti già pronti
prima dell'arrivo dell'espositore, dai tovagliati in lino
alla qualità dei servizi, dagli stuzzichini food in
omaggio ai visitatori all'ospitalità per la stampa,
il tutto in un contesto ricco di contenuti e degustazioni
a latere dell'evento principale) ma alla fine quello che l'espositore
medio guarda è soprattutto il costo di partecipazione
e le manifestazioni con cui ci misuravamo erano probabilmente
più convenienti (la Liguria tra l'altro non aiuta,
uno dei posti più cari del pianeta).
Fu così che TerroirVino,
pur proseguendo senza sosta quel lavoro costante di ricerca
e selezione, è via via diventata manifestazione troppo
diversa, troppo cara, troppo decentrata geograficamente e
si, troppo poco schierata, anche politicamente però
e con fierezza: in tanti anni nessun taglio del nastro, nessun
politico coinvolto se non come normale visitatore, nessun
finanziamento pubblico, nessuna associazione o cappello istituzionale
da parte di alcuno, forse peccando anche di presunzione in
questo "voler far tutto da soli", "a modo nostro",
colpa se lo è, di cui mi assumo ovviamente ogni responsabilità.
Pur essendo sempre stati attenti e sensibili
a determinati temi ma non essendoci apertamente schierati,
accogliendo cioè anche aziende che lavoravano bene
(secondo noi) senza che dovessero necessariamente appartenere
ad una precisa filosofia o corrente (ormai se fate caso trovate
più o meno sempre gli stessi produttori a tutte le
fiere di nicchia), abbiamo ostinatamente perso il treno commerciale
delle fiere dei vini naturali (vi garantisco che è
stato ed è un gran bel treno) e così, dalle
edizioni più grandi di 160-140 espositori, siamo via
via scesi sotto ai 100-120 espositori che è più
o meno la soglia dove dalla resistenza si passa alla deficienza
economica.
Non è stato però il problema
dei costi il motivo principale a farmi desistere da una nuova
edizione di TerroirVino, in qualche modo forse solo in un
paio di edizioni a cavallo del 2010 ho fatto due soldi, per
me è sempre stato una semina di relazioni più
che un guadagno e la maggior parte delle volte è stata
una perdita sul fronte economico. No, il vero motivo è
che devi avere le forze, l'energia, l'ardire di riprovarci
anno dopo anno e quest'anno, sinceramente, non lo avevo. Non
che fossi spento eh, sono più carico che mai ma ho
profuso e sto profondendo talmente tanto impegno in Vinix
che tutte le mie energie e risorse umane - e disumane (cit.)
- hanno finito per fagocitarmi e costringermi a una scelta
sia pur soffertissima.
L'edizione di Villa Lo Zerbino del 2015, una
sorta di saluto in grande stile che dovevamo e volevamo dedicare
a tutti i nostri sostenitori, a tutti gli amici, a tutti gli
espositori che hanno sempre creduto in noi, è stato
il momento in cui ho capito che ero stanco di portare avanti
una cosa così grande e impegnativa da solo, ho provato
a trovare amici con cui condividere lo sbattone su Genova
e ci siamo andati anche vicini ma per una cosa o per l'altra,
non è colpa di nessuno, non siamo riusciti ad arrivare
a un assetto tale che mi togliesse una parte consistente del
peso di un'impresa così grande mentre ne avevo in piedi
un'altra ancora più grande. L'arrivo
di Vinix Grassroots Market (#vgm) nel 2013 ha reso la necessità
di fare una scelta precisa questione improcastinabile.
Il lavoro di TigullioVino, un'antologia storica
impressionante per mole, oggi procede e procederà finché
quel sant'uomo e amico di Virgilio Pronzati e della sua commissione
di Genova, Sergio Circella per la parte del levante e gli
altri amici che con passione lo tengono in vita continueranno
ad averne voglia e tempo. Una parte potrà trasferirsi
su Vinix nel prossimo futuro - penso soprattutto al database
delle degustazioni - ma questo per rispetto lo dovrò
decidere insieme alle persone che lo curano concretamente
oggi davanti ad una bottiglia di buon vino naturalmente. Io
per coerenza e trasparenza e per evitare conflitti d'interesse
mi sono tirato fuori da tutte le attività di assaggio
delle commissioni ancor prima della nascita di #vgm e il mio
ruolo su TigullioVino riguarda ormai da alcuni anni il sostentamento
delle spese e gli aspetti tecnici.
Se c'era una cosa per la quale siamo stati
eccezionali con TerroirVino è l'aver saputo catalizzare
e forse meritare, con le nostre attività pionieristiche,
l'attenzione del mondo della rete del vino (tra le tante,
al di là di conferenze e tavole rotonde, ricordo una
degustazione in diretta streaming da 4 postazioni web in Italia
con una verticale storica di Radici di Mastroberardino condotta
con una potentissima - per allora - linea isdn a 128k nel
2001). L'intersezione con Vinix era iniziata nel 2009 con
la Vinix Unplugged Unconference che negli anni ha portato
a Genova persone di spessore nei settori della produzione,
del commercio e dell'e-commerce, delle fiere, del marketing,
della comunicazione del vino ad alto livello. Tutti i più
grandi sono passati da qui anche se il tessuto mediatico locale
se ne è accorto solo fino a un certo punto. Amen.
Non so dire se lo rifaremo, di sicuro tutto
questo non è perduto, anzi.
TerroirVino resta il seme di quella
comunità nata ormai più di 10 anni fa sul cui
bagaglio di amicizie, relazioni, assaggi, energie e competenze
poggia oggi sul nostro nuovo progetto di social
commerce del vino con cui, con uno sguardo ottimista
e rivolto al futuro, continuiamo anche ad organizzare eventi
itineranti. Chi ci ama, può continuare a seguire le
nostre imprese su questa nuova piattaforma.
Filippo Ronco
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